Dalla cura ai lebbrosi al rifugio nell’Eremo delle Carceri

Dalla cura ai lebbrosi al rifugio nell’Eremo delle Carceri

Iniziò d’allora a frequentare il lebbrosario di San Salvatore, situato intorno alle chiese di Santa Maddalena e di San Raffaele, fuori dalle mura, ai margini dell’estesa piana di Rivotorto. Lì Francesco, sulle sponde del torrente, che dà nome alla valle, assorto nelle sue meditazioni, era sovente uso attardarsi in lunghe passeggiate, spingendosi fin verso i colli che limitano la piana, per  riposarsi nella risalita, laddove, «diruta e quasi abbandonata», tra le chiome dei castagni, traspariva la chiesa campestre di San Damiano. Dentro quelle mura era solito pregare, inginocchiato a fronte il presbiterio sovrastato da un Crocifisso dipinto su una tavola.  Finché un giorno la voce dell’anima gli parlò col Cristo della Croce e, per tre volte, chiamandolo per nome, gli ripeté: «Francesco ripara la mia Chiesa dalle rovine». Ed egli, incredulo e fremente, dopo aver raccomandato il parroco, offrendogli quanti denari aveva nella sacca, di tenere sempre vivo il lume ad olio, che adornava il Crocifisso, uscì dalla Chiesa che era buio fondo e, a passo sostenuto, rincasò. Fu quella una notte insonne e travagliata, trascorsa a riflettere sul come procurarsi le risorse per riedificare la chiesa di San Damiano; quando d’un tratto, il guizzo di genio e d’impulso, prima ancora dell’aurora, sellò il cavallo, lo brigliò, caricò di stoffe pregiate il traino e mosse alla volta di Foligno dove si teneva mercato. Alla fiera riuscì a vendere, in tutta fretta, l’intera mercanzia e finanche il cavallo; fiero dell’obiettivo raggiunto, canticchiando in provenzale le rime dei trovatori, ritornò ad Assisi, diretto alla chiesa di San Damiano. Una volta là, corse incontro al parroco e di slancio gli consegnò l’intero ricavo del mercato, manifestandogli il proposito di ristrutturare la fatiscente chiesa, pregandolo di ospitarlo nella pertinenza canonica, per il tempo necessario a soprintendere alla realizzazione dell’opera, ma anche per sottrarsi al furore del padre, prevedibilmente adirato da quella scelta. Preso di soprassalto, il sacerdote acconsentì ad ospitarlo ma, conoscendo il carattere scontroso del padre, rifiutò l’offerta. Alla resistenza del parroco la gioia in Francesco si tramutò in rabbia, con furia si liberò della borsa coi denari, scaraventandola sul davanzale della finestra e là restò abbandonata. Il protrarsi dell’assenza da casa, creduta in principio una bravata di gioventù, assunse, appena Pietro si rese conto dell’ammanco della mercanzia, toni diversi. Si faceva strada in famiglia, in particolare nel fratello Angelo, il dubbio che fosse rimasto vittima di qualche banda di briganti o di qualche malaugurata disgrazia. Decisero, allora, di recarsi a Foligno dove chiesero di Francesco a quanti lo conoscevano senza ottenere risultati. Ritornarono ad Assisi, setacciarono i luoghi da lui frequentati, niente. Pietro era sempre più furibondo, preoccupato per il figlio ma ancor più per le stoffe; si fece promotore, con un pugno di volontari, di spedizioni nei luoghi più remoti della città. Si andava alla ricerca disperata dappertutto, lungo ogni sentiero maldestro, in ogni piaga di roccia, niente. Finché si scoprì la verità. Pietro, in pieno furore, accompagnato da un nutrito gruppo di intimi conoscenti, a mo’ di ronda punitiva, si diresse, a passo marziale, verso la chiesetta di San Damiano, deciso a riportare, ad ogni costo, suo figlio a casa. Francesco, messo in guardia, per sfuggire all’ira paterna, andò a nascondersi in un anfratto, nei pressi del colle dell’inferno, se non addirittura su verso l’eremo delle Carceri. La spedizione punitiva del padre, pertanto, non sortì gli effetti desiderati e, più adirato di prima, col giuramento di vendicarsi dell’oltraggio reso dallo sciagurato figliuolo, rancoroso e risentito, ritornò alle sue faccende e al suo lavoro.
(da “Nacque al mondo un Sole” di Nicola Savino/3)

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ARTICOLO DI: Nicola Savino

“Nicola Savino, classe 1953, Sociologo presso la Regione Campania, s’interessa prevalentemente delle dinamiche demografiche e delle politiche attive del lavoro. È autore di numerosi saggi, opere di narrativa e sillogi di poesie. Tra le sue ultime pubblicazioni: Nacque al mondo un Sole (Robin Edizioni, 2011), La Battaglia di Poitiers. La causa santa e l’arte della guerra (Robin Edizioni, 2014); è in coso di stampa La Vendetta della natura e la grande moria, che chiude la trilogia “Flashback sull’Evo di Mezzo”.”

1 Commento aggiunto

  1. luigi 12 Novembre 2015
    Francesco aveva ben compreso il senso della vita e del messaggio ricevuto nel dialogo intimo col Signore. Savino attento osservatore del tempo che viviamo, ci propone questo magnifico momento gesto di San Francesco: "va ripara la mia casa"! Oh,quanto bisogno c'è! E Papa Francesco con impegno e con fede, novello Francesco si sta spendendo fino in fondo a ciò. Senza isterismi e giudizi ,come nel suo stile, ci sprona con parole e sopratutto gesti semplici. Ciò va oltre le tante parole dalle quali veniamo annegati ed intontiti. Alle parole corrispondono gesti semplici e cuore sereno. Vita vissuta da pastore e non certo da faraoni.

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