Sabato VII Settimana di Pasqua
“A te che importa? Tu seguimi!” Gv 21,22
Leggiamo oggi gli ultimi versetti del Vangelo di Giovanni che ha accompagnato tutto il tempo pasquale. Gesù e Pietro stanno parlano e pochi passi più dietro c’è il discepolo amato, nel quale la tradizione riconosce lo stesso Giovanni. Il cammino di sequela di questi uomini, diverso anche nel momento della passione di Gesù, resterà diverso anche dopo la sua ascensione. Così, l’ultima parola che risuona sulla bocca di Gesù nel Vangelo di Giovanni è proprio l’invito a non distogliere lo sguardo dall’essenziale. Ciò che rende Pietro e Giovanni “fratelli”, capaci di ritrovarsi uniti e di essere così veri testimoni di Gesù, è rimanere fedeli a quella chiamata, unica e personale, che entrambi hanno ricevuto.
Dal Testamento di Santa Chiara [FF 2823]
Tra gli altri benefici, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione: e quanto più è grande e perfetta, tanto più a lui siamo obbligate […] Per noi il Figlio di Dio si è fatto via, e questa ci mostrò e insegnò con la parola e con l’esempio il beatissimo padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di lui.
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