Venerdì III Settimana di Quaresima
Os 14,2-10 Sal 80 Mc 12,28-34
“Questo comando che oggi ti do non è troppo lontano da te; è molto vicino a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu lo metta in pratica” (Dt 30,14)
Nel vangelo di Marco, quella degli scribi è una delle categorie più ostili nei confronti di Gesù. Ma c’è qualcuno che riconosce, nel suo modo di parlare, di agire, di rispondere, la sapienza di Dio. Lo scriba di oggi si avvicina. La sua domanda sui comandamenti, più che cercare un ordine preciso, vuole piuttosto coglierne l’essenza, il significato più importante. E come essenza della Legge, Gesù non propone un argomento, come facevano i rabbini nelle dispute. Propone una relazione: quella dell’uomo con Dio e con i fratelli, intendendo l’uomo nella sua totalità: cuore, anima, mente, forza. Quando entriamo con tutto noi stessi dentro una relazione sincera con Dio e con gli altri, anche noi ci avviciniamo, non siamo più lontani, ma vicini al regno di Dio.
«Avere lo Spirito del Signore, che è il nucleo fondamentale per Francesco, rimanda al rapporto fraterno, perché lo fonda nella relazione filiale con Dio. Se lo Spirito del Signore fa scoprire a Francesco la paternità di Dio, questa stessa scoperta gli rivela in ogni uomo un fratello, figlio dello stesso Padre. Il rapporto fraterno non è il primum, ma è la prima e diretta conseguenza del rapporto con Dio».
(C. Vaiani, La via di Francesco)
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