Mt 13,10-17

Giovedì XVI Settimana del Tempo ordinario

Es 19,1-2.9-11.16-20   Dan 3,52-56   Mt 13,10-17        «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25)

Nel vangelo di Matteo sono molti i momenti in cui Gesù si esprime in parabole. Qui Gesù ce ne vuole spiegare l’utilità. Per esempio, la parabola del seminatore ha un inciso importante tra il racconto di Gesù e la spiegazione che segue: è una richiesta di maggiore chiarezza da parte dei discepoli. Capiamo allora che il primo frutto della parabola è che i discepoli iniziano a porsi delle domande. Il linguaggio parabolico è certamente un genere comprensibile anche da persone semplici. Ma veicola una profondità, una saggezza che può essere accolta solo da chi vuol lasciarsi pro-vocare, solo da un cuore disponibile. Se qualcuno ha questo cuore, gli verrà offerto di più: più verità, più libertà, più gioia. Ma a chi non lo ha, gli sarà tolto anche quello che ha. La parabola è un racconto nel racconto che permette all’ascoltatore umile di coinvolgersi sempre più nella proposta d’amore del vangelo.

Dallo Specchio di perfezione [FF 1683] Un novizio che sapeva leggere, per quanto non bene, il salterio, aveva ottenuto dal ministro generale il permesso di averlo. Sentendo dire, però, che il beato Francesco non voleva che i suoi frati fossero bramosi di sapere e di libri, non era contento di tenere il salterio senza il suo permesso (…) Il beato Francesco disse (…) che non bisogna preoccuparsi di libri e di scienza, ma di azioni virtuose, poiché la scienza gonfia mentre la carità edifica. «Vedi, quando avrai avuto il salterio, bramerai avere il breviario. E avuto il breviario, ti assiderai in cattedra come un solenne prelato, e ordinerai al tuo fratello: ‘‘Portami il breviario!’’». E dicendo questo, con grande fervore di spirito prese della cenere, se la pose sul capo, poi girando la mano sulla testa come uno che se la sta lavando (…) «Fratello, per conoscere la volontà del Signore in proposito, presi il libro dove erano scritti i Vangeli (…) e mi cadde sotto lo sguardo quella parola del santo vangelo: “A voi fu dato di conoscere il mistero del regno di Dio, ma agli altri viene proposto in forma di parabole”. Tanti sono quelli che volentieri si elevano alla scienza, che sarà beato chi si renderà sterile per amore del Signore Dio».

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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