Mc 3,13-19

Venerdì II Settimana del Tempo ordinario

Eb 8,6-13   Sal 84   Mc 3,13-19 San Francesco di Sales Vescovo e Dottore della Chiesa, memoria

Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva (Mc 3,13)

Il Vangelo ci presenta Gesù in movimento. Con la sua iniziativa rivela il profondo desiderio di donarci il suo amore: non solo sale, ma anche chiama con decisione i Dodici, come realizzazione completa del nuovo popolo di Dio, prefigurato dalla dodici tribù di Israele. La scelta dei Dodici non dice esclusione o preferenza di alcuni, ma è bene che ne chiami Dodici cosi che ognuno si possa riconoscere in loro. Al di là delle caratteristiche umane dei chiamati in questo Vangelo, Gesù promuove in loro una nuova attitudine: lo stare con lui, perché ama ciascuno di un amore di predilezione. La chiamata è tutt’altro che nella prospettiva del dovere, ma in quella di accogliere il bene grande del Signore Gesù e progredire in questa conoscenza che si trasforma in luce per altri. Anche il movimento geografico ci aiuta a comprenderlo. La prima chiamata era avvenuta sul lago di Tiberiade, questa avviene sul monte e indica la bellezza di una sequela non generica, ma che si approfondisce ricercando l’intimità con Gesù, conoscendo il suo cuore. È da questa conoscenza che nasce la missione della chiesa.

Dalla Leggenda dei Tre Compagni [FF 1402-1403] Tornato che fu dunque ad Assisi, dopo alcuni giorni, i suoi amici lo elessero una sera loro signore, perché organizzasse il trattenimento a suo piacere. Egli fece allestire, come tante altre volte, una cena sontuosa. Terminato il banchetto, uscirono da casa. Gli amici gli camminavano innanzi; lui, tenendo in mano una specie di scettro, veniva per ultimo, ma invece di cantare, era assorto nelle sue riflessioni. D’improvviso, il Signore lo visitò, e n’ebbe il cuore riboccante di tanta dolcezza, che non poteva muoversi né parlare, non percependo se non quella soavità, che lo estraniava da ogni sensazione, così che (come poi ebbe a confidare lui stesso) non avrebbe potuto muoversi da quel posto, anche se lo avessero fatto a pezzi. […]E da quell’ora smise di adorare se stesso e persero via via di fascino le cose che prima amava. Il mutamento però non era totale, perché il suo cuore restava ancora attaccato alle suggestioni mondane. Ma svincolandosi man mano dalla superficialità, si appassionava a custodire Cristo nell’intimo del cuore.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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