Mt 9,9-13

Venerdì XIII Settimana del Tempo Ordinario

Gen 23,1-4.19; 24,1-8.62-67      Sal  105       Mt 9, 9-13

“Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (13,52)

Mentre nei vangeli di Marco e Luca troviamo menzionato il pubblicano di nome Levi (Lc 5,27), il nome “Matteo” (cioè “dono di Dio”) compare solo qui. Questo nome ha poi un’assonanza con la parola greca “mathehes”, che significa “diventare discepolo”. Lo stesso verbo è usato quando Gesù parla della missione dei dodici: gli scribi sono istruiti dalla Torà, dice; ma ogni discepolo sa trarre, dal tesoro della sua storia, la novità del vangelo (cfr. 13,52). Di solito quando si cerca un collaboratore, si vuole una persona competente, valida, di cui si stima l’operato. Gesù invece “è venuto a chiamare i peccatori”. Ecco la novità del vangelo: lui non vuole il sacrificio della perfezione, ma cuori vivi e umili, forti e docili all’azione dello Spirito santo. In essi vuole compiere i suoi prodigi. Sono coloro che non oppongono resistenza alla grazia, pronti a “diventare”, sui passi dell’umiltà, discepoli appassionati e testimoni credibili.

«Il progetto evangelico di Francesco è caratterizzato da un modo particolare di percepire la propria umanità e di impostare le relazioni con gli altri: l’umiltà e la pazienza, la minorità e la sottomissione, la semplicità e la passione gratuita per gli altri. Fuggire la gloria, l’onore, le lodi, l’esaltazione significa per Francesco non solo consegnare a Dio ciò che solo a Lui appartiene, ma anche evitare ogni rischio di relazioni fondate sulla rivalità e animate dal desiderio nascosto di avere potere sugli altri. Solo a Dio spetta la gloria, a lui che si è fatto umile e minore per esserci accanto nelle nostre povertà; a Lui solo spetta l’onore e la gloria perché Lui solo si è spogliato dell’onore e della gloria per farsi nostro fratello e servo».
(Pietro Maranesi O.f.m.capp., Il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi: vie di lode al Signore della vita)

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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