Martedì VII Settimana di Pasqua
At 20,17-27 Sal 67 Gv 17,1-11a
Santi Carlo Lwanga e Compagni, martiri – memoria
“Io prego per loro… per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi” (Gv 17,9)
Il capitolo 17 di Giovanni ci fa entrare nell’intimità della preghiera di Gesù. Essa è stata definita “preghiera sacerdotale”, perché Gesù intercede per gli uomini presso il Padre. Nella sua vita nel mondo, Gesù ha reso gloria al Padre rivelandolo Dio di amore, amore fedele, amore di predilezione che sceglie, chiama, “prende dal mondo” gli uomini per donare loro la vita eterna, cioè la vita dell’eterno, la vita stessa di Dio. Questa è la gloria, cioè il “peso”, la sostanza, la maestà, la potenza del Padre. Questo amore che Gesù per primo ha ricevuto, è l’amore che ha donato e rivelato agli uomini e così facendo lo ha “restituito” nuovamente al Padre. In questo circolo di amore continuamente offerto, accolto e donato Gesù innesta i discepoli, perché pur rimanendo nel mondo, essi vivano in Dio.
Dalla Regola non bollata [FF 60-61]
Nella santa carità, che è Dio, prego tutti i frati, sia i ministri sia gli altri, che, allontanato ogni impedimento e messi da parte ogni preoccupazione e ogni affanno, in qualunque modo meglio possono, si impegnino a servire, amare, onorare e adorare il Signore Iddio, con cuore mondo e con mente pura, ciò che egli stesso domanda sopra tutte le cose. E sempre costruiamo in noi un’abitazione e una dimora permanente a lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.