Lunedì III Settimana di Quaresima
2Re 5,1-15a Sal 41-42 Lc 4, 24-30
“Noi tutti eravamo sperduti come un gregge;
il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti” (Is 53,6)
“In verità io vi dico…”, così Gesù introduce il suo discorso delicato, rischioso. Sa già che le sue parole, esigenti e chiare, non raccoglieranno consensi, la gente di Nazaret non sarà disposta ad accoglierle. Ma parla ugualmente, e cita due profeti, Elia ed Eliseo, che avevano compiuto miracoli in favore di stranieri. Gesù non cerca consensi ma vuole annunciare l’universalità della salvezza e il senso vero della sua messianicità. Persegue con decisione il vero bene e la guarigione del cuore di chi lo ascolta, come fa il profeta per la guarigione di Naaman il siro. Invita i suoi ascoltatori a superare tante chiusure, a fidarsi dell’amore di Dio. Fare del bene a chi non è disposto ad accoglierlo è difficile anche per noi. Ma questo vangelo ci aiuta a capire meglio come agisce Dio: “Non mette freni all’amore, non si tira indietro davanti alle nostre chiusure. Va avanti, continua a farci del bene” (Papa Francesco). Cioè, con amore e pazienza, non lascia nulla di intentato.
“La pazienza nell’accogliere l’ostacolo e il rifiuto, senza muovergli guerra, aveva procurato a Francesco la vera letizia. Questa non è la conquista del mondo intero (…) non è difesa o ristabilimento di un ordine. Ma è assomigliare a Colui che fu ingiustamente crocifisso senza ribellarsi. Nella sua sequela, nella fedeltà personale ad uno stile di vita misericordioso, che accoglie la fragilità del mondo per amarla dal di dentro, vi è la prova di una vera forza spirituale dell’uomo. È nel fuoco delle contraddizioni e degli ostacoli che si prova l’oro di uno spirito”.
(P. MARANESI, La fragilità, fonte di verità e di vita secondo Francesco di Assisi)
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