Mt 13,24-30

Sabato XVI Settimana del Tempo ordinario

Es 24,3-8   Sal 49   Mt 13,24-30 Santi Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria, memoria

“Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi” (Lc 6,35)

Nella Bibbia la notte è spesso il tempo in cui avviene qualcosa di cui l’uomo non è pienamente consapevole. Così è la crescita del seme: la zizzania viene seminata da un nemico misterioso, che non si vede e di cui si ignora la provenienza. È una presenza che fa l’esatto contrario di ciò che Dio compie, anzi è definito proprio il suo nemico. Questa descrizione ci richiama alla dimensione di lotta che la vita cristiana continuamente comporta. L’attività del nemico, inoltre, altera la comprensione della Parola seminata, allontana l’uomo dal suo senso più pieno e gli toglie la gioia che ne deriva. Tuttavia, alla fine la parabola si apre alla speranza: il mondo è nelle mani di Dio. Non spetta all’uomo dipanare l’intreccio tra il bene e il male, perché Dio non si lascerà sfuggire il raccolto buono. Non solo, ma la richiesta che il padrone fa ai servi di non estirpare la zizzania, corrisponde anche all’invito che Gesù rivolge ai discepoli: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano” (Lc 6 27) 

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 709] Francesco assicurava che la letizia spirituale è il rimedio più sicuro contro le mille insidie e astuzie del nemico. Diceva infatti: «Il diavolo esulta soprattutto quando può rapire al servo di Dio il gaudio dello spirito. Egli porta della polvere che cerca di gettare negli spiragli, per quanto piccoli, della coscienza e così insudiciare il candore della mente e la mondezza della vita. Ma se la letizia di spirito riempie il cuore, inutilmente il serpente tenta di iniettare il suo veleno mortale. I demoni non possono recare danno al servo di Cristo, quando lo vedono santamente giocondo.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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