Martedì XXIX Settimana del Tempo ordinario
Rm 5,12.15.17-19.20-21 Sal 39 Lc 12,35-38
“Mangerete l’agnello con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!” (Es 12,11)
Le vesti strette ai fianchi certamente evocano immagini dell’Antico Testamento, in cui tale gesto – alla lettera “le reni cinte” – allude all’essere pronti al cammino, all’ascolto di Dio, al servizio. Ma c’è di più: quando questo padrone arriva e bussa, ecco una sorpresa, un capovolgimento inaspettato. Il padrone, che al suo rientro in casa dovrebbe ricevere accoglienza, attenzioni e onore, invece si stringerà lui stesso le vesti ai fianchi e si metterà a servire i suoi domestici…. Una situazione inattesa, che qui anticipa il gesto d’amore che Gesù compie durante l’ultima cena. L’evangelista Giovanni non riporta l’istituzione dell’Eucaristia, ma narra la lavanda dei piedi come l’ultima e definitiva rivelazione del Signore (cfr. Gv 13,2-20). Per lui Gesù rivela lì il senso più profondo della sua missione. Ma anche un insegnamento edificante per i discepoli che camminano sulle sue orme, soprattutto per chi è chiamato a ruoli di responsabilità.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano[FF 743] «Ho invocato il Signore – disse Francesco – perché si degnasse indicarmi quando sono suo servo e quando no. Perché non vorrei essere altro che suo servo. E il Signore, nella sua immensa benevolenza e degnazione, mi ha risposto ora: – Riconosciti mio servo veramente, quando pensi, dici, agisci santamente -. Per questo vi ho chiamati, fratelli, perché voglio arrossire davanti a voi, se a volte avrò mancato in queste tre cose».
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