Lunedì XXIX Settimana del Tempo ordinario
Rm 4,20-25 Lc 1,68-75 Lc 12,13-21
“Accumulate per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,20)
Questo capitolo di Matteo è dedicato all’insegnamento sui beni materiali. C’è un uomo senza nome che parla dalla folla, e sottopone a Gesù una questione di eredità. I rabbini, infatti, venivano spesso consultati per mediare situazioni di conflitto legate ai diritti e alla legge. Gesù però non accetta di svolgere questo tipo di mediazione. La sua parola va più in profondità. Pone l’attenzione sul pericolo che l’ansia di possedere genera nel nostro cuore e sui nostri pensieri, e spiega questo attraverso una parabola. Il monologo interiore dell’uomo ricco ci permette di entrare nei suoi ragionamenti e intuire i suoi valori, le priorità: tutto ruota attorno a sé stesso. Il suo sembra un progetto oculato, prudente, ma non lo è. L’appellativo “stolto” non è segno di una condanna o un castigo. Ma ricorda il limite del vivere per sé stessi, rincorrendo l’illusione di una tranquillità che metta al sicuro. La voce di Dio propone una nuova priorità: arricchirsi presso Dio. È ciò che fece Abramo davanti alle promesse di Dio, dice San Paolo ai romani: si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio.
Dalla Regola non bollata [FF 49] E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.