Giovedì XVII Settimana del Tempo ordinario
Es 40,16-21.34-38 Sal 83 Mt 13,47-53 Sant’Ignazio di Loyola presbitero, memoria
«Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore» (Sal 84, 2-3)
Scoprire i misteri del Regno di Dio è come discernere: un cammino bello e serio fatto di pazienza e impegno. Come il tesoro e la perla, anche i pesci non sono immediatamente riconoscibili, non sono a portata di mano, ma ben nascosti: il tesoro infatti si trova sottoterra, la perla tra tante altre di minor valore, i pesci immersi negli abissi…. Tutti elementi da cercare, scoprire, riportare alla luce. Qui i pescatori si mettono a sedere: è un lavoro che richiede tempo, calma, e che, certo, sfida la pretesa del “tutto e subito”. Inoltre lo scriba che diviene discepolo, così come chi si accinge al lavoro del discernere è “come un padrone di casa”, cioè una persona adulta e responsabile, che sa mettersi in gioco e fare “esercizio di intelligenza, perizia e volontà” (Papa Francesco). C’è sempre un costo da considerare, una fatica per giungere ad una felicità più piena.
Dal Testamento di Santa Chiara [FF 2850] Ma poiché stretta è la via e il sentiero, ed angusta la porta per la quale ci si incammina e si entra nella vita, pochi son quelli che la percorrono e vi entrano; e se pure vi sono di quelli che per un poco di tempo vi camminano, pochissimi perseverano in essa. Beati però quelli cui è concesso di camminare per questa via e di perseverarvi fino alla fine!
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