Martedì della III settimana di Pasqua
At 7,51-8,1 Sal 30 Gv 6,30-35
Il nostro vero bisogno è un amore eterno. Per questo Gesù, nel discorso sul pane del capitolo 6 dell’evangelista Giovanni è un continuo accompagnarci indicandoci dove porre l’attenzione: nell’opera del Padre che si incarna nella vita quotidiana e nel nostro cuore, spesso diviso e tentato di sfiducia nei confronti di Dio stesso, tentato di confronti, di giudizi che non ci danno la vita.
Mosè ha fatto così e così, perché tu fai diverso? L’invito è proprio quello di conoscere e accogliere la novità dell’amore di Dio che si fa pane spezzato per tutti noi, prendendo su di sé e trasformando le nostre lotte che, lasciate a loro stesse, facilmente possono diventare lamenti gretti, sterili confronti, tristi nostalgie.
Abbiamo bisogno del pane di Dio, che è Gesù stesso: “Io sono il pane della vita” (v. 35). È il primo dei sette “io sono” del quarto vangelo che ci raccontano l’amore eterno che Dio ci vuole donare.
Dalle Ammonizioni [FF 143-144]
O figli degli uomini, sino a quando avrete un cuore duro (Sal 4,3)? Perché non conoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio (Gv 9,35)? Ecco, ogni giorno egli si umilia (Fil 2,8), come quando dalle sedi regali (Sap 18,15) scese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in umili apparenze; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sull’altare nelle mani del sacerdote.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.