Serafina Sforza, clarissa (1434-1478), beata

09 Settembre

Nasce a Urbino nel 1434, ultima figlia di Guidantonio e Caterina Colonna, nipote di papa Martino V. Persi i genitori in tenera età, rimane sotto la tutela dei fratelli e poi, trasferitasi a Roma, dello zio materno, il cardinale Prospero Colonna. Il solerte porporato si premura di farla sposare (1448) con il quarantenne Alessandro Sforza, signore di Pesaro, che si dimostra più interessato a guidare le truppe nelle ricorrenti battaglie in difesa dei territori del casato che alla moglie e alla famiglia. Sveva, nelle prolungate assenze del marito, lo sostituisce con intelligenza anche nel governo della città. Ne ha in cambio l’accusa di infedeltà, seguita da percosse e minacce di morte. Nella bufera, Sveva trova forza nella preghiera e nella meditazione. Nonostante la famiglia si schieri dalla sua parte, il marito la costringe a rinchiudersi nel monastero delle Clarisse di Pesaro. Lei accetta l’incidente come un segno della volontà del Signore, al quale consacra, nell’agosto del 1457, la propria vita prendendo il nome di suor Serafina. Vive da monaca fedele nell’osservanza della Regola e, eletta abbadessa, svolge il suo incarico con carità e intelligenza. Ha, alla fine, la consolazione di vedere il marito Alessandro andare al monastero per riconciliarsi con lei e riconoscere i propri torti. Muore a Pesaro l’8 settembre 1478.
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Messaggero di Sant'Antonio