Venerdì 26 dicembre, Ottava di Natale
At 6,8-12;7,54-60 Sal 30 Mt 10,17-22 Santo Stefano primo martire, festa
«Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio» (At 6,55)
I santi ci mostrano sempre il grande amore per Dio. Santo Stefano ne è un esempio: la sua umanità generosa, disponibile è toccata dalla grazia di Dio, come un terreno fertile raggiunto dal seme. Ma gli Atti degli Apostoli oggi sottolineano degli aspetti di Stefano che sono peculiari della sua vocazione: i suoi prodigi, la sapienza delle sue parole, il totale abbandono in Dio, il perdono dato ai nemici. Un frutto unico e originale che può nascere solo dalla relazione d’amore con Gesù. Lo Spirito in noi agisce allo stesso modo: quando ci lasciamo plasmare dalla potenza del Signore, nasce in noi qualcosa di originale, personalissimo e irripetibile, per il bene di tutti.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura (FF 1176) La preghiera era la consolazione di Francesco, quando si dava alla contemplazione, e quasi fosse ormai un cittadino del cielo e un concittadino degli Angeli, con desiderio ardente ricercava il Diletto, da cui lo separava soltanto il muro del corpo.
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