Venerdì XXVI Settimana del Tempo ordinario
Bar 1,15-22 Sal 78 Lc 10,13-16
“Presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri” (Sal 78)
“Ci siamo ostinati a non ascoltare la voce del Signore”. Il profeta Baruc risveglia la coscienza del popolo, lo invita a “vergognarsi” delle infedeltà e dell’ostinazione. È quello che fa anche Gesù con le città che si perdono. “Guai a te”, dice, che in effetti significa “ahimè per te”…”mi dispiace”. Il Signore non condanna. Piuttosto soffre per la mancanza di verità, di amore, di attenzione alla Sua Parola. Certo, usa parole dure, ma per avvertire le città del rischio che corrono, per evitare, con tutte le forze, la loro rovina. Con passione, richiama all’ascolto e all’amore verso di lui e verso il Padre; allo stesso tempo dona la Sua vita per loro, fino alla croce. Ogni discepolo, chiamato a seguire Gesù, tiene viva la sua coscienza per poter scegliere sempre la via della vita.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1163]
Cristo Gesù crocifisso dimorava stabilmente nell’intimo del suo spirito, come borsetta di mirra posta sul suo cuore; in lui bramava trasformarsi totalmente per eccesso e incendio d’amore […] Certo il servo di Dio era infiammato da un affetto ardentissimo verso Cristo; ma anche il Diletto lo contraccambiava con grande amore e familiarità, tanto che gli sembrava di sentirsi sempre presente il Salvatore davanti agli occhi, come rivelò una volta lui stesso ai compagni in confidenza.
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