Giovedì XXIII Settimana del Tempo ordinario
Col 3,12-17 Sal 150 Lc 6,27-38
“Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le angosce della mia vita” (Sal 31,8)
Oggi il Vangelo ci offre la regola d’oro: “E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro”. E cosa vogliamo che ci facciano gli altri? Questa domanda è un buon metro di discernimento, per capire quanto bisogno abbiamo degli altri. Il Signore ce lo spiega portando esempi molto concreti, dove possiamo avere merito o ricevere grazia. Il merito si conquista, la grazia si riceve, appunto, gratuitamente. E la grazia è tenerezza, mansuetudine, magnanimità, umiltà,quei sentimenti che rivestono coloro che sono scelti e amati da Dio(cfr. Col 3,12). La “grazia-gratuità” permette la reciprocità delle relazioni. Nell’amare i nemici, per esempio, si fa esperienza della pura gratuità. Se al posto dell’inimicizia mettiamo l’amore, cosa capita? Molta sarà la ricompensa e saremo figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo, dice bene di noi. Dunque “fai all’altro…”, perché la ricompensa dell’amore gratuito è grande. Se so che il Signore mi ama, mi fa del bene, mi benedice, mi guarisce con la sua grazia totalmente immeritata, anch’io posso amare l’altro, perché quello che viene fatto a me è grande.
Da Sacrum Commercium [FF 2028]
Accogliete umilmente la grazia che vi è offerta usandone sempre e in tutto degnamente a lode, gloria e onore di colui che è morto per voi. Gesù Cristo Signore nostro che col Padre e lo Spirito Santo vive e regna, vince e impera, Dio eternamente glorioso, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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