Mercoledì, feria propria del 17 dicembre
Gn 49,2.8-10 Sal 71 Mt 1,1-17
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14)
Ascoltiamo proprio oggi, inizio della Novena di Natale, la genealogia, un viaggio all’indietro nella storia del popolo di Israele. È L’occasione per fare memoria della fedeltà di Dio verso il suo popolo, della sua bontà e del dispiegarsi della sua promessa. In questo brano sottolineiamo il termine “generò”, ripetuto 39 volte. Un verbo importante: ci dice che l’uomo non è autosufficiente, ma ha necessità di ricevere la vita da qualcuno. Le tante donne citate ne sono il tramite concreto: la loro fecondità ha aperto la via allo Spirito perché il Messia, la Sapienza dell’Altissimo, entrasse nel mondo. Questa via ha il suo apice in Maria, in lei lo Spirito ha operato meravigliosamente. Anche noi, oggi, possiamo lasciare che sia lo Spirito il vero protagonista, che l’opera divina della salvezza passi per le vie della creatività e dell’amore. Lasciamo che anche la nostra giornata, in gesti, pensieri, parole, sia un “grembo” privilegiato, un luogo attraverso cui l’amore del Signore si fa presente nel mondo.
Dalle lettere di Santa Chiara alla Beata Agnese [FF 2893]
A qual modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia, specialmente dell’umiltà e povertà di Lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel corpo casto e verginale. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute, e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo.
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