Martedì II Settimana di Avvento
Is 40,1-11 Sal 95 Mt 18,12-14
“Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio” (Lc 3,6)
Consolare è parlare al cuore e dire che il Signore si è fatto e rimane vicino. L’uomo è come l’erba, tutto quello che fa ha durata breve, ma la parola di Dio si realizza, si compie, rimane per sempre. Questo da sostanza e verità alla consolazione: Dio è fedele alla sua parola. E una delle immagini frequenti nella Scrittura per descrivere la volontà e l’agire di Dio è quella del pastore. Cosa succede se una pecora si perde? Lo smarrimento non diminuisce la cura del pastore che, messe al sicuro le altre, si mette in cerca di quella che ha perduto. L’accento non è sulla responsabilità della pecora nel perdersi, ma sulla volontà del pastore di ritrovarla. Così è Dio: come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna, porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri.
Dalle Lettere di Santa Chiara ad Agnese di Boemia [FF 2879]
Guarda, o regina nobilissima, il tuo sposo, il più bello tra i figli degli uomini, divenuto per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e in tutto il corpo più volte flagellato, morente tra le angosce stesse della croce: guardalo, consideralo, contemplalo, desiderando di imitarlo.
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