Martedì 30 dicembre, Ottava di Natale
1Gv 2,12-17 Sal 95 Lc 2,36-40
“Un giorno santo è spuntato per noi” (dalla Liturgia)
Dopo l’incontro con Simeone, l’evangelista Luca descrive quello con Anna, figlia di Fanuele. Il significato di questi due nomi risulta significativo. Il nome “Anna” significa infatti “grazia, favore”, mentre il nome “Fanuele”, da “Penuel” significa “volto di Dio”. Anna, vedova da molti anni, è totalmente affidata a Dio, e lo serve nel tempio giorno e notte. In lei si trovano quella costanza nella preghiera che Gesù racconterà nella parabola del giudice e la vedova (Lc 18,1-8), insieme al totale abbandono a Dio che – ancora una vedova – mostrerà gettando tutto quello che aveva nel tesoro del tempio (Lc 21,1-4). Anna “è figura di tutta l’umanità che ha perso lo sposo” (Fausti) ma che sa rimanere in una attesa fiduciosa e operosa. Questo le permette di essere pronta all’incontro con Dio e, nella sua piccolezza e povertà, diventare esempio per altri: “Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme”.
Dalle Lettere di S.Chiara ad Agnese di Boemia [FF 2887-2889]
Gioisci dunque anche tu nel Signore sempre, carissima, e non ti avvolga nebbia di amarezza, o signora in Cristo amatissima, gioia degli angeli e corona delle sorelle.
Poni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della sua divinità, per sentire anche tu ciò che sentono gli amici gustando la dolcezza nascosta che Dio stesso fin dall’inizio ha riservato ai suoi amanti.
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