Giovedì II Settimana di Avvento
Is 41,13-20 Sal 144 Mt 11,11-15
“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!” (Lc 3,4.6)
L’appartenenza al Regno di Dio, al mondo nuovo, si deve a una nuova nascita, a un nuovo intervento di Dio nell’uomo. Questo è tanto vero che parafrasando le parole di Gesù si potrebbe dire: “neppure il più grande tra gli uomini, Giovanni il Battista, può ottenere da sé questa vita nuova”.
L’uomo, anche il più grande, davanti a Dio è vermiciattolo e larva (Is 41,14), tuttavia questa piccolezza e insignificanza è preziosa ai suoi occhi. La venuta di Gesù rende attuale il Regno di Dio, cioè rende presente la possibilità di questa trasformazione dell’uomo. Così possiamo leggere le espressioni del vangelo che parlano di violenza come l’invito a prendere sul serio la venuta di Gesù, la Sua presenza tra noi. Gesù, Colui che deve venire, è qui, e chiama a lottare con forza per affidare a Lui tutto di noi perché possa essere illuminato, purificato dal Suo Spirito.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1103]
L’umiltà, custode e ornamento di tutte le virtù aveva ricolmato l’uomo di Dio con doviziosa sovrabbondanza. A suo giudizio, egli non era altro che un peccatore, mentre nella realtà era specchio e splendore della santità, in tutte le sue forme. Da architetto avveduto, egli volle edificare se stesso sul fondamento dell’umiltà, come aveva imparato da Cristo […]. Usava anche ripetere questa massima: «Un uomo è quanto è agli occhi di Dio, e non di più».
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