Mercoledì XXXIII Settimana Tempo Ordinario
2Mac 7,1.20-31 Sal 16 Lc 19,11-28
“Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà” (Mc 8,35)
Pensando all’episodio raccontato nel libro dei Maccabei ci si può chiedere: Quale bellezza e bontà di Dio avevano davanti agli occhi i sette fratelli con la loro madre, per accogliere il martirio con quel coraggio e quella fiducia? E al contrario, la parabola delle monete d’oro fa chiedere: quale tiranno vedeva nel suo signore il terzo servo della parabola, talmente spaventato che non solo non fa fruttare il dono ricevuto, ma non è neanche capace di accoglierlo e lo va a nascondere? Chi accoglie quanto ricevuto con gratitudine, riconosce i beni e i doni a disposizione come segno concreto di fiducia e di amore, confida nella bontà del Signore, agisce con coraggio e trova gioia nel fare dono vero di sé.
Dalla Regola non bollata [FF 49]
E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed egli stesso riceva tutti gli onori e la riverenza, tutte le lodi e le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono.
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