Mercoledì XXX Settimana del Tempo ordinario
Rm 8,26-30 Sal 12 Lc 13,22-30
“Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo” (Cf. 2Ts 2,14)
La salvezza è un dono gratuito, immeritato. Lo riceviamo dalla bontà di Dio, per mezzo del Figlio Gesù che dà la vita per noi. Ma l’orgoglio, di tanto in tanto, ci induce a credere di essere migliori di altri. Di poter meritare, perfino, pretendere questa salvezza. Se pensiamo questo, dice oggi Gesù, la porta del cielo è stretta. Anzi, è chiusa: “Signore aprici!”. Al contrario, attraverso una coscienza pura, sotto la guida dello Spirito che è verità, non ci si può arrendere all’evidenza della propria povertà! Questo apre ad accogliere con carità anche le fragilità degli altri. Sforzatevi: qual è allora lo sforzo? È persistere ogni giorno nella certezza che il Padre ci attende e ci ama, immeritatamente. È demolire con decisione ogni egoismo, ogni illusione di merito, ogni pretesa di essere migliore dei fratelli.
Dalle Testimonianze di Angelo Clareno [FF 2706/3]
“È necessario –diceva il beato Francesco- che ogni discepolo di Cristo rimiri Cristo e la sua croce, e sia corroborato nello spirito correndo dietro di lui attraverso la porta stretta e l’angusta via, e diventi non solo distaccato dall’amore e dal possesso di tutte le cose che sono sotto il cielo, ma perfettamente dimentico di esse”.
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