Sabato IV Settimana di Pasqua
At 13,44-52 Sal 97 Gv 14,7-14
“Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio” (Gv 14,12)
Nel brano del vangelo odierno la domanda di Filippo sembra inopportuna, Gesù sembra sorpreso e quasi deluso ma non lo lascia senza risposta. Così dà una conferma al discepolo, lo rassicura che Egli è l’immagine del Padre ed è in comunione con Lui fino ad essere una cosa sola con Lui. Il Padre opera per mezzo di Gesù e chi crede in Lui e chiede per mezzo di Lui, può ottenere dal Padre qualunque cosa. Egli è venuto per mostrare il volto del Padre, che è misericordioso perché è colui che ama per primo. E Gesù ha rivelato questo volto buono del Padre nel fidarsi di Lui, abbandonandosi alla sua volontà. Come lui, i discepoli di ieri e di oggi possono rivelare il volto del Padre se cercano e rimangono in questa fiducia e in questo abbandono. Rimando in Lui la vita piano piano si trasforma, e le piccole o grandi “opere” della quotidianità diventano segno dell’amore più grande che ci abita.
Dalla Regola non bollata [FF 66]
E poiché tutti noi miseri e peccatori non siamo degni di nominarti, supplici preghiamo che il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio tuo diletto, nel quale ti sei compiaciuto, insieme con lo Spirito Santo Paraclito ti renda grazie così come a te e a lui piace, per ogni cosa, lui che ti basta sempre in tutto e per il quale a noi hai fatto cose tanto grandi. Alleluia.
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