Lunedì V Settimana di Pasqua
At 14,5-18 Sal 115 Gv 14,21-26
“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20)
Perché il Risorto si mostra solo ai discepoli? La risposta di Gesù sembra apparentemente eludere la domanda di Giuda, ma poi arriva subito al punto. Mette in luce la comunione e la reciprocità di amore tra Padre, Figlio e discepolo. Poi introduce una novità: accantona l’espressione del «manifestarsi» per usare il verbo «dimorare». La “manifestazione” è l’espressione con cui i giudei indicavano la venuta gloriosa del Messia. Ma qui Gesù propone un’altra prospettiva e parla del Padre e del Figlio che vengono a dimorare, a “fare casa” in chi osserva la Parola. Non si tratta allora di chi ha il privilegio di vedere. Ma è Dio stesso che viene a visitarci. La novità è un amore umile, silenzioso, che ci viene a cercare. L’unica risposta è amare, lasciarsi visitare dalla comunione di amore del Padre e del Figlio, e provare a dare la vita perché altri possano parteciparvi.
Dal Testamento di Santa Chiara [FF 2823] Tra gli altri benefici, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione: e quanto più è grande e perfetta, tanto più a lui siamo obbligate […] Per noi il Figlio di Dio si è fatto via, e questa ci mostrò e insegnò con la parola e con l’esempio il beatissimo padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di Lui.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.