Bartolo Bompedoni da san Gimignano, sacerdote e francescano secolare (1227-1310), beato

12 Dicembre

Bartolo nasce intorno al 1227, figlio unico dei conti Giovanni e Giuntina Bompedoni. Cresciuto, non accetta la decisione del padre che lo vuole sposato e fugge a Pisa, trovando accoglienza nel monastero benedettino di San Vito, dove vive per qualche tempo servendo i monaci malati come infermiere. Una notte gli appare in sogno Gesù risorto, che gli fa capire che non è nella tranquillità del monastero il suo futuro, ma nel dolore e nella sofferenza della croce. Lascia allora il monastero e la città di Pisa, diretto a Volterra. Qui, conosciuta l’esperienza francescana, decide di condividerla come francescano secolare. Quindi, sollecitato dal vescovo della città, accetta di essere ordinato sacerdote e poi l’incarico di cappellano a Paccioli e in seguito quello di parroco a Picchena. A questo si avverarsi la previsione del sogno: colpito dalla lebbra, la sua missione diventa confortare i lebbrosi, soffrendo con loro. Si ritira nel lebbrosario di Cellole, dove trascorre gli ultimi vent’anni della sua vita, ammirato da tutti – lo chiamano «il Giobbe della Toscana» – per come vive la sua malattia: con la letizia francescana negli occhi e nella parola, mentre il corpo si va disfacendo. Morì a San Gimignano il 12 dicembre 1310.
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Messaggero di Sant'Antonio