Martedì I Settimana di Avvento
Is 11,1-10 Sal 71 Lc 10,21-24
“L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46)
“Gesù esultò di gioia”: l’esultanza è un ringraziamento pieno di felicità, un’espressione unica, tipicamente lucana. La ritroviamo nel canto del Magnificat, ma anche nella voce di Dio che, dal cielo, si compiace del suo Figlio amato (cfr 3,21). Poco prima che Gesù pronunciasse questa preghiera, i discepoli avevano sconfitto le forze del male: “vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore” (v.18) dice Gesù. Anche lui si “compiace” dei suoi; è sorpreso, grato, felice, davanti alla fede che sta crescendo nel loro cuore. È bello poter “compiacere” il Signore. I piccoli (nepioi) sono anche gli “indotti”, quelli che non conoscono la Legge. Sono molto diversi dagli Scribi e Farisei, persone dotte per definizione. Ma il Signore rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (Lc 1,52). La salvezza non si “guadagna” attraverso una dottrina posseduta dai grandi, ma è un dono che accolgono coloro che entrano in una relazione d’amore con il Salvatore. I piccoli, nella loro fede forte e semplice, sono il riflesso di Colui che si fa “piccolo” e viene nel mondo a rivelarci la potenza della misericordia del Padre.
Dall’Ufficio della Passione [FF 291]
Esultino in te e si rallegrino *
tutti quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Magnificate il Signore», *
quelli che amano la tua salvezza.
Ma io sono indigente e povero, *
o Dio, vieni in mio aiuto.
Tu sei mio aiuto e mio salvatore; *
Signore, non tardare.
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