Martedì XXIII Settimana del Tempo Ordinario
Col 2,6-15 Sal 144 Lc 6,12-19
“Passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici” (Lc 6,12-13)
Gesù si ritira per stare in compagnia del Padre. Si ferma di notte. Sa che così avrà la chiarezza necessaria per fare passi importanti, per scegliere gli apostoli a cui affidare la chiesa nascente. È come la notte del sepolcro. Lì vive il silenzio della morte: proprio come il seme che, nel buio della terra, muore e porta il frutto della vita nuova. Allo stesso modo, ora vive una notte di silenzio, in compagnia del Padre, pensando al bene di tutti noi. La preghiera a volte può sembrare un silenzio innaturale, a volte faticoso. Ma è l’unica via per lasciarsi illuminare dalla luce di Dio. Per stare cuore a cuore con il suo amore. È una immobilità serena, una resa gioiosa, un riposo fecondo e grato nelle mani del Padre che dà chiarezza a tutto il nostro agire.
Dalle Laudi e preghiere [FF 277]
Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io perché io muoia per amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell’amor mio.
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