Gv 20,1-2.11-18

Martedì XVI Settimana del Tempo ordinario

Ct 3, 1-4  Sal 62   Gv 20,1-2.11-18
Santa Maria Maddalena, festa

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Gv 10,27)

Sia gli angeli che il Risorto si rivolgono a Maria chiamandola “donna”, proprio come Gesù chiama sua madre a Cana (cfr. 2,4). Qui la Maddalena, di cui oggi celebriamo la festa, rappresenta l’intera comunità, la sposa della nuova alleanza che cerca il suo Signore. Dopo la passione e morte di Gesù, il dolore si rinnova nella ricerca di un corpo inanimato e, oltre tutto, sottratto. Ma ciò che gli occhi non riconoscono, viene pienamente svelato dalla voce: Maria, nel sentirsi chiamare per nome, riconosce Gesù: si sente riconosciuta, e si svela a lei una nuova presenza del Signore. Dice Sant’Agostino: “la prima volta Maria si volta con il corpo, la seconda, con il cuore”. Nel mondo semitico, poi, un uomo chiamava una donna per nome solo nel caso di un rapporto familiare e intimo. In questo episodio c’è, al contempo, una continuità e una trasformazione: continuità nell’evidenza di un sepolcro vuoto, ma il “non riconoscere” subito Gesù indica una trasformazione, una novità, un mistero che si svela a noi solo nella fede.

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 419]
Il diavolo tentò Francesco con un’astuzia maligna. Gli raffigurò nel cuore una donna, sua concittadina, mostruosamente gibbosa: aveva un tale aspetto da suscitare orrore a tutti. E lo minacciò di renderlo uguale se non la piantava con i suoi propositi. Ma confortato dal Signore, ebbe la gioia di una risposta piena di grazia e di salvezza: «Francesco – gli disse Dio in spirito – lascia ormai i piaceri mondani e vani per quelli spirituali, preferisci le cose amare alle dolci e disprezza te stesso, se vuoi conoscermi. Perché gusterai ciò che ti dico, anche se l’ordine è capovolto». Subito si sentì come indotto a seguire il comando del Signore e spinto a farne la prova.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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