Lunedì III Settimana di Avvento
Nm 24,2-7. 15-17b Sal 24 Mt 21,23-27 “Nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui” (Gv 3,2).
Balaam, un profeta pagano, è chiamato dal re a maledire gli Israeliti che avanzavano contro di lui. Benché pagano, il profeta disobbedisce al re e, per ben quattro volte, benedice Israele. Si mette, infatti, in ascolto sincero, senza fermarsi alle apparenze. La sua docilità gli permette di scorgere la verità, ed è liberato da quel “velo” di passioni, di orgoglio, di pregiudizi che distorce la realtà. Lo stesso velo che impedisce ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo di riconoscere la verità di Gesù. Alla domanda sull’autorità, Gesù non risponde direttamente ma pone una contro domanda ai suoi interlocutori. Così facevano infatti i rabbini nel Talmud, per favorire nei discepoli la capacità di riflettere e andare in profondità nelle discussioni. Alla domanda di Gesù, i capi del popolo rispondono: “Non lo sappiamo”. Non accolgono la sua sfida. Ma così facendo chiudono le porte alla verità. Chi, con ostinazione, rifiuta di vedere, perde l’appuntamento con la grazia. Oggi chiediamo il dono della libertà interiore per riconoscere le luci che Dio accende nella nostra giornata.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1187] La dedizione instancabile alla preghiera, insieme con l’esercizio ininterrotto delle virtù, aveva fatto pervenire l’uomo di Dio a così grande chiarezza di mente che, pur non avendo acquisito la competenza nelle sacre Scritture per mezzo della dottrina, tuttavia, irradiato dagli splendori della luce eterna, scrutava le profondità delle Scritture con mirabile acutezza di intelletto. Il suo ingegno, puro da ogni macchia, penetrava il segreto dei misteri e, dove la scienza dei maestri resta esclusa, egli entrava con l’affetto dell’amante.
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