Mercoledì XXXIV Settimana del Tempo ordinario
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 Dn 3,62-67 Lc 21,12-19
“Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti” (Lc 6,19)
“Ho sentito dire che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria”. Il re ha stima del profeta Daniele, del suo sguardo profondo, la sua parola schietta. Daniele infatti sa leggere i segni della vita con cuore sapiente, perché è profondamente legato al Signore. Offre parole chiare, che aiutano anche gli altri a fare verità dentro sé stessi, a trovare pace, a vivere nel bene. Grazie al suo aiuto il re riconoscerà il vero Dio, il Signore del cielo. Anche il Vangelo ci richiama all’amore per la verità, alla trasparenza del cuore e delle parole. Gesù ci chiede di fidarci talmente della sua potenza da non preparare prima la nostra difesa. Ci vuole forse come bambini sprovveduti? Tutt’altro. Vuole che siamo orientati a valori nobili e grandi, che siamo liberi dal giudizio altrui, staccati dai nostri miseri tornaconti. Daniele è talmente libero da dire al re: “Tieni pure i tuoi doni, dalli ad altri!”. Il suo tesoro infatti è Dio, che è amore e verità. È il suo cuore libero e puro che fa della sua una parola autorevole. Quando infatti l’uomo va dietro ai propri interessi, preoccupato solo della propria immagine, è poco significativo. Ma se il cuore è legato a Dio, la sua parola sarà chiara, credibile, di aiuto per il bene di tanti.
Dalla seconda Lettera di Chiara ad Agnese [FF 2875]
Memore del tuo proposito, come una seconda Rachele, sempre vedendo il tuo principio, ciò che hai ottenuto, tienilo stretto, ciò che stai facendo, fallo e non lasciarlo. Ma con corsa veloce, passo leggero e senza inciampi ai piedi, così che i tuoi passi non raccolgano nemmeno la polvere, sicura, gioiosa e alacre avanza cautamente sul sentiero della beatitudine.
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