Martedì XXVIII Settimana del Tempo ordinario
Rm 1,16-25 Sal 18 Lc 11,37-41
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia» (Lc 12,1)
Gesù, se pure in un contesto conviviale, non manca di denunciare la verità con ferma chiarezza. Le abluzioni prima del pasto erano un rito importante. Ma i riti, se svuotati o assolutizzati, illudono di essere sufficienti per raggiungere la “perfezione”. Gesù, trasgredendo la norma, suscita stupore: alla purità esteriore, a cui i farisei tengono tanto, oppone la purezza interiore, la verità, la trasparenza, il parlare e sentire sincero. Curare la forma, ciò che è esteriore e quindi visibile agli altri, non serve se non corrisponde ad una purezza interiore, visibile agli occhi di Dio. Per fare questo cammino di verità, ci aiuta il dare in elemosina quello che c’è dentro, cioè far sì che l’esterno rispecchi l’interno. Quindi, non mentire ma riconoscere con onestà ciò si è davanti a Dio. Quindi donarsi in modo sempre più libero e gratuito, dimentico di sé, distaccato dagli attaccamenti che rendono schiavi.
Dalle Ammonizioni [FF 169] Beato il servo il quale non si ritiene migliore, quando viene magnificato ed esaltato dagli uomini, di quando è ritenuto vile, semplice e spregevole, poiché quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più.
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