Mercoledì XXII Settimana del Tempo ordinario
Col 1,1-8 Sal 51 Lc 4,38-44
San Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa
“Lo spirito del Signore Dio è su di me, mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri” (Is 61,1)
Gesù rimprovera il male e ne vince la forza. La libertà dei prigionieri annunciata dal profeta Isaia finalmente si realizza. Poi Luca descrive altre guarigioni su tutti quelli che erano infermi. Gesù impone le mani e trasmette loro l’energia di vita che viene dal Padre. Le folle vogliono trattenerlo, vogliono beneficiare di quell’azione potente sulle loro sofferenze e malattie. Ma qui Gesù coglie l’occasione per spiegare loro il senso più profondo della sua missione: è necessario che annunci il regno anche altrove. La sua missione non può limitarsi ad un solo luogo, una sola città, un solo popolo. La buona notizia è proprio questa: la potenza di Dio, che dona pace, giustizia, salvezza, è per ogni uomo, per tutti gli uomini. Le guarigioni del corpo ne sono il segno concreto. Ecco perché, per Gesù, andare ad annunciarlo è necessario, è più urgente che fermarsi a guarire qualcuno. È urgente che ogni uomo conosca il disegno universale di salvezza che sta nel cuore del Padre.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 345] Ed eccolo ormai lanciarsi nudo contro il nemico nudo, e, deposte tutte le cose del mondo, ricordarsi solo della giustizia divina! Si addestra così al disprezzo della propria vita, abbandonando ogni cura di sé stesso, per ottenere, nella sua povertà, la pace nel cammino infestato da insidie, e perché il solo velo della carne lo separi ormai dalla visione di Dio.
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