Jacub Pankiewicz, sacerdote francescano (1882-1942), beato

20 Aprile

Jakub Pankiewicz è una delle numerosissime vittime di quel terribile periodo di odio e di violenza nazifascista che ha segnato lo scorso secolo. Polacco di Nagorzanach, diocesi di Przemysl, dove nasce il 9 luglio 1882, Jakub entra a diciotto anni nel convento dei frati minori della Provincia dell’Immacolata Concezione, dove intraprende la vita religiosa  giungendo tappa dopo tappa all’ordinazione sacerdotale che riceve nel 1906. Prende poi parte attiva nella vita della provincia come superiore di diversi conventi, curando la costruzione del Seminario minore di Lodz e partecipando alla fondazione della Congregazione delle suore antoniane di Cristo Re. Entra nel mirino della Gestapo che il 10 ottobre 1941 lo fa arrestare e poi internare nel campo di sterminio di Dachau, in Germania. Durante il trasporto dei condannati a morte, lungo la strada che conduce al crematorio di Hartheim nei pressi di Linz in Austria, mentre aiuta un compagno di prigionia a salire sul camion, un soldato tedesco chiude con violenza la porta dell’automezzo, amputandogli le mani. Le conseguenze dell’incidente lo portano alla morte. È il 20 aprile 1942. Il suo corpo viene bruciato e le ceneri disperse.
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Messaggero di Sant'Antonio