Il Santorale Francescano
La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…
Salvatore Lilli, sacerdote francescano e martire (1853-1895), beato

L’elenco delle vittime cristiane del fanatismo islamico parte da molto lontano. Il nome di padre Salvatore (Lilli) da Cappadocia, il nome del paese dell’Aquilano in cui nasce (19 giugno 1853), viene aggiunto il 22 novembre 1895, assieme a quello di altri dodici compagni di martirio. P. Salvatore è un religioso francescano, costretto dalla soppressione degli ordini religiosi a emigrare in Palestina, prima a Betlemme e poi a Gerusalemme, dove il 6 aprile 1878 viene ordinato sacerdote. Due anni dopo è a Marasc nell’Armenia Minore. Vi rimane per quindici anni, impegnato in un apostolato fruttuoso e attento ai bisogni della gente, soprattutto quando nel 1890 la città è colpita dal colera. Per quaranta giorni è al fianco dei malati e ne esce miracolosamente illeso. È superiore dell’ospizio di Mugiukderesi quando nel 1894 il paese è messo sossopra da rivolgimenti politici, con i turchi autori di terribili massacri specie tra i cattolici armeni. Il 22 novembre 1895 viene arrestato con altri dodici cristiani laici per essere condotto a Marasc. Non vi giunge mai perché durante il viaggio viene ucciso, essendosi rifiutato di rinnegare la propria fede.