Il Santorale Francescano

La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…

Giovanna di Signa, francescana secolare (1266 c.-1307), beata

Di Giovanna, «dono di Dio» in ebraico, conosciuta e amata dal popolo per la sua grande carità al servizio dei più poveri, si sa assai poco. Incerto anche l’anno di nascita, forse il 1266. Sicuro, invece, il luogo, Signa, nel contado fiorentino. I suoi sono gente umile. Lei conduce una vita semplice e di grande candore, spesso in giro a  condurre pecore al pascolo. A trent’anni veste l’abito dell’Ordine francescano secolare, e poi, attratta dalla vita eremitica, si fa murare in una celletta. Qui trascorre il resto della vita in penitenza, una quarantina d’anni. Ma la sua non è una sterile solitudine. L’amore di Dio si traduce in amore del prossimo, al quale dedica tutta se stessa, accogliendo chiunque abbia bisogno di lei: malati, peccatori, persone alla ricerca di Dio. Ancora in vita, i concittadini la scelgono come patrona di Signa. Muore il 9 novembre 1307.
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Messaggero di Sant'Antonio